Autore: Emilio Giardina, Ricordo della fondazione della Siep, 1988.

“Per gentile concessione dell’autore, che ringraziamo, pubblichiamo un ricordo di Emilio Giardina relativamente alla Fondazione della Siep, nel 1988. E’ estratto da un volume di memorie accademiche al quale il prof. Giardina sta lavorando”.

I primi passi

Sul finire del 1977 dietro sollecitazione di Franco Reviglio, allora consulente del Ministro del Bilancio, con  alcuni colleghi della nostra disciplina si esaminò la possibilità di ricostituire il “Gruppo  di ricerca per lo studio dei problemi dell’Economia pubblica e della Politica Fiscale” operante in seno al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Gruppo che aveva operato efficacemente negli anni ’60  al fine di promuovere e coordinare le attività di ricerca nel nostro settore disciplinare e di accrescere le occasioni di incontro tra studiosi e responsabili delle decisioni pubbliche in tale settore. Su proposta di Italo Magnani costituimmo un Comitato inteso a portare in porto l’iniziativa. Tale Comitato in base a un criterio di rappresentanza territoriale degli Atenei fu composto da Amedeo Fossati, Piero Dino Giarda, Antonio Pedone, Franco Reviglio, e Franco Romani, oltre che da me e da Magnani, che svolse la funzione di segretario-presidente. 

Il CNR in un primo momento si limitò ad accogliere la nostra richiesta di finanziamento per l’organizzazione degli incontri programmati per il 1978; e la medesima decisione prese per il 1979 e il 1980. Ma infine nel dicembre del 1980 approvò la costituzione del Gruppo, peraltro definendolo “Gruppo nazionale di coordinamento per gli studi sull’economia pubblica e sulla politica fiscale”, e articolandolo in 8 sezioni. Successivamente nominò i responsabili delle sezioni (io fui uno di questi) e 24 colleghi denominati “esperti”; e istituì come organo responsabile di tale istituzione il Comitato scientifico, composto da tutti i 32 componenti il Gruppo. Il Comitato si riunì nel maggio del 1982, ed elesse Gerelli come presidente e Magnani come segretario; e successivamente provvide a finanziare progetti di ricerca (tra i quali uno mio sugli Enti locali) e altre iniziative per il 1983. Il Comitato inoltre decise di organizzare un Convegno da tenere nel settembre del 1984 sulla “Tradizione finanziaria italiana”, e all’uopo nominò un gruppo di lavoro, presieduto da Steve, di cui anch’io fui chiamato a fare parte.  Il Comitato proseguì la sua azione nel periodo successivo, riunendosi diverse volte ogni anno, trattando oltre alla materia dei finanziamenti dei progetti di ricerca e di altri interventi anche altre problematiche d’interesse della professione. Tra queste in occasione dell’introduzione con la legge 382/1980 del Dottorato di ricerca si discusse sull’opportunità dell’istituzione del Dottorato in Scienza delle finanze, sul numero delle possibili sedi dove svolgerlo, sui contenuti dei corsi da svolgere, e su altri aspetti dell’istituto.

Gli incontri del nostro Gruppo del CNR mostrarono l’utilità di avere questa sede istituzionale in cui discutere i problemi dell’organizzazione dell’insegnamento della Scienza delle finanze e del suo sviluppo, ma misero in luce anche le insufficienze di tale sede sia in relazione al fatto che ne erano esclusi i professori associati e i ricercatori sia in relazione alla necessità di dover agire tramite gli organi del CNR. Così sin dal convegno del 1984 tenuto a Pavia sulla Tradizione finanziaria italiana cominciò ad emergere l’idea di cercare per la trattazione dei richiamati problemi una sede istituzionale autonoma. La via da seguire fu suggerita dall’esperienza maturata nell’ambito degli economisti di altri settori, cioè quella della costituzione di una specifica associazione degli studiosi di Scienza delle finanze.

Se ne discusse approfonditamente ai margini di un Convegno organizzato nel 1986 a Ferrara, e si decise di formare un comitato ristretto, composto da Gilberto Muraro, da Vincenzo Visco e da me, con il compito di redigere lo Statuto del nuovo ente. Emilio Gerelli fissò su carta alcuni punti fondamentali del documento quali emersi nel dibattito di Ferrara, ed io fui incaricato di predisporne la bozza completa. Svolsi il compito sottoponendo agli altri due componenti del comitato il progetto da me elaborato, che rivedevo di volta in volta tenendo conto delle loro osservazioni. Completata l’opera, la bozza di Statuto fu discussa in una serie di successivi incontri nel 1987 e nel 1988: tra i punti maggiormente dibattuti ci furono quelli riguardanti  la possibilità di ammissione come soci di esperti della materia, di enti collettivi, e degli stessi  ricercatori (dato che l’ambito delle loro attività era più ampio di quello della nostra disciplina). Il dibattito si concentrò anche sulla denominazione da dare al nuovo ente, dato che diversi colleghi tenevano a che si conservasse la denominazione tradizionale di “Scienza delle finanze”, piuttosto che quella di “Economia pubblica” più comprensiva e di uso internazionale. Infine la bozza dello Statuto fu inviata a mie cure a tutti i docenti di Scienza delle finanze.

L’Assemblea fondatrice composta da 42 professori di Scienza delle finanze di prima e seconda fascia si riunì a Pavia il 13 ottobre del 1988 e discusse e approvò lo Statuto, e così prese vita la Società Italiana di Economia Pubblica (SIEP). In quella sede  io ne venni eletto presidente con 37 voti, Franco Osculati segretario e Sergio Steve presidente onorario.  Sulla base del criterio della rappresentanza territoriale al Consiglio direttivo furono eletti Giorgio Brosio, Aldo Chiancone,  Gianluigi Galeotti,  Alessandro Petretto,  e Massimo Marrelli. Due giorni dopo il CD elesse all’unanimità vice-presidente Brosio. Della costituzione della SIEP io diedi notizia pubblicando un breve scritto  nella Rivista di Diritto Finanziario e Scienza delle Finanze del 1988, con allegato lo Statuto della Società.

L’attività iniziale della presidenza fu quella di operare per l’allargamento della partecipazione alla SIEP sollecitando i docenti di Scienza delle finanze che, avendone diritto ai sensi dello Statuto, occorreva che per diventare soci ne facessero domanda. Fu sollecitata anche la partecipazione di alcuni Enti di rilievo nazionale quali ENI, IRI, Formez, e alcune Banche. Il Consiglio direttivo quindi si interessò dell’organizzazione del primo Convegno della Società da tenere nel  1989, scegliendone il tema (“Impresa pubblica, Privatizzazione e Regolamentazione”), e decidendo che tra i relatori invitati ci fosse un illustre docente straniero (Nicholas Stern). Si tenne presente che uno degli obbiettivi della SIEP  era quello di apprestare una acconcia sede in cui i giovani ricercatori del settore dell’Economia Pubblica potessero presentare loro lavori e farsi così conoscere dalla professione. Dopo lo svolgimento del Convegno il CD discusse sull’opportunità di pubblicarne gli atti, e decise in senso positivo, istituendo una apposita Collana della Società presso l’editore Franco Angeli: io scrissi la Presentazione del libro,  che andò alle stampe l’anno dopo. Non andò in porto invece l’iniziativa di pubblicare gli atti del Convegno di Pavia del 1984 sulla Tradizione finanziaria italiana sia per le difficoltà incontrate nel reperire i contributi di alcuni autori sia per la perplessità di una pubblicazione degli atti a tanta distanza di tempo dal convegno.

Il CD si interessò anche del coinvolgimento nella SIEP di economisti di altri settori interessati alle problematiche dell’Economia pubblica, e fu così elaborato un elenco di studiosi da proporre, ottenutone il consenso, come nuovi soci. Al medesimo titolo fu compilato un elenco di ricercatori che avevano svolto ricerche nel nostro settore. Questi elenchi furono comunicati ai soci, e la proposta di associazione fu sottoposta all’Assemblea del 1989 con esito positivo.

Nel medesimo anno la SIEP chiese e ottenne l’ammissione come socio nella Società Italiana di Economia (SIE), nella cui Assemblea veniva ad essere rappresentata dal Presidente o da un suo delegato.

Nell’ambito del CD si cominciò a discutere dell’opportunità di un ampliamento della nostra disciplina in termini di insegnamenti da inserire negli Statuti delle Facoltà, partendo dalla premessa che l’Economia Pubblica non era limitata alle sole materie di carattere fiscale, ma era interessata a nuove aree tematiche (analisi economica del diritto e delle istituzioni, regolamentazione, scelte collettive, analisi costi-benefici, ecc.) nonché a specifici settori dell’intervento pubblico (ambiente, arte, cultura, istruzione, sanità, turismo, sport, crimine, ecc.). A questo fine si procedette alla nomina di una “Commissione per il potenziamento della Scienza delle Finanze”. Questa Commissione in seguito ha operato anche in materia di definizione dei contenuti dei settori disciplinari ai fini concorsuali  facendo al CUN specifiche proposte di arricchimento del settore Economia Pubblica e Scienza delle finanze.

La nostra attenzione fu richiamata anche dalla composizione dei raggruppamenti disciplinari per il concorso di professore  associato: ai sensi del DM del 5.7.1988 le discipline facenti capo alla Scienza delle finanze e diritto finanziario erano comprese in un unico gruppo insieme a quelle facenti capo alla Politica economica e finanziaria. Ma con DM del 28.7.1990 si procedette alla creazione di due distinti gruppi, cioè il P012 Politica economica e il P013 Scienza delle finanze.

Dopo il Convegno dell’ottobre 1990 (“Disegno e Riforma del Sistema Tributario Italiano”) il CD affrontò il problema della pubblicazione degli atti, atteso anche il consistente numero dei contributi pervenuti (nel complesso circa 600 pagine), e si orientò nel senso di chiedere agli autori una versione in inglese dei loro lavori, e di sottoporre tali lavori al giudizio di rinomati referee, lasciando libero ciascuno di scegliere altra sede per la pubblicazione. Il libro fu pubblicato nel 1993 presso un editore straniero.

Il CD decise anche di organizzare, in aggiunta al Convegno autunnale con annessa Assemblea sociale,  una c.d. “riunione di mezzo termine” della Società al fine di una più ampia diffusione degli studi sull’Economia pubblica. La prima si tenne nel marzo del 1991 a Roma, d’intesa con la Presidenza della Camera dei Deputati, sul tema “Il contributo dell’analisi economica al dibattito sulle riforme istituzionali”. Le relazioni introduttive furono tenute da Mueller e Galeotti, e alla Tavola rotonda che le seguì parteciparono, oltre ad alcuni colleghi, Giuliano Amato, Nino Andreatta e Augusto Barbera. Io presentai il tema della riunione leggendo un ampio scritto.

La riunione scientifica annuale del 1991 si tenne nei giorni 6 e 7 Novembre sul tema “Beni pubblici e spesa pubblica”, con le relazione invitate di Piero Giarda e Francesco Forte. Data la varietà dei contributi fu d’uopo organizzare i lavori in sei distinte sessioni, ciascuna avente ad oggetto un tema specifico. Essendo venuta a scadenza la mia carica triennale, all’Assemblea dei soci diedi lettura di un’ampia relazione in cui invitai i colleghi ad una riflessione sul cammino percorso, sugli obbiettivi da perseguire e sui più efficaci interventi per realizzarli.

Mentre scrivo queste note ci accingiamo a festeggiare il trentesimo anno della SIEP.